Perchè donare il sangue

L’importanza della pratica della donazione sangue è tale da richiedere una corretta informazione sulle necessità, sulle richieste e sulle modalità con cui questo prezioso bene viene raccolto ed utilizzato.

Le domande su questo argomento sono molteplici e varie, ma principalmente è utile fare chiarezza su cosa avviene al sangue dopo essere stato raccolto dal donatore, nel nostro caso a cura della Croce Rossa Italiana.

Per potersi candidare alla prima donazione bisogna avere un’età compresa fra i 18 e i 60 anni. I donatori periodici possono donare fino a 65 anni.

La legge prevede che fra una donazione di sangue e l’altra debbano trascorrere almeno 90 giorni e che le donne in età fertile possano donare non più di 2 volte l’anno. Il motivo dell’intervallo fra le due donazioni di sangue è la ricostituzione delle scorte di ferro. Il volume di sangue sottratto con la donazione viene ripristinato entro poche ore dalla donazione tramite una rapida ridistribuzione dell’acqua presente nell’organismo, mentre i globuli rossi vengono ricostituiti entro 3-4 settimane. Il ferro sottratto con la donazione viene rapidamente compensato dalle scorte tissutali di ferro che però richiedono un periodo più lungo per essere ripristinate, a causa della limitata capacità di assorbimento del ferro da parte dell’intestino umano. Per alcuni tipi di donazione (es. piastrinoaferesi) gli intervalli sono differenti: devono trascorrere almeno 30 giorni fra una donazione di sangue e una piastrinoaferesi e 14 giorni per la sequenza contraria.

Il peso corporeo del donatore deve essere uguale o superiore ai 50 chilogrammi. Il limite è legato al fatto che, per consentire la produzione di emocomponenti di quantità standard, la legge impone che il volume della donazione sia di 450 millilitri più il 10% con una sottrazione di un volume di sangue non superiore al 14% della massa circolante. Sono precauzioni necessarie per evitare reazioni dovute alla brusca diminuzione del volume di sangue nell’organismo che possono portare anche alla perdita di conoscenza nel donatore. Per garantire la produzione di emocomponenti di quantità standard e la sicurezza del donatore, nei Paesi dell’Unione Europea si è stabilito che il peso minimo del donatore deve essere di almeno 50 chilogrammi.

Dipende dal farmaco. Si consiglia di chiedere al proprio medico curante se si hanno dubbi in proposito. Semplificando possiamo affermare che:

  • prima di donare devono passare 15 giorni dall’ultima assunzione di un antibiotico;
  • l’assunzione di antistaminici non controindica la donazione;
  • i farmaci antipertensivi devono essere assunti anche il giorno della donazione, tenendo presente che l’assunzione di betabloccanti è una controindicazione relativa alla donazione;
  • l’assunzione occasionale di Aspirina o di altri farmaci contenenti acido acetilsalicilico controindica la donazione di piastrine: devono trascorrere almeno 5 giorni dall’ultima assunzione prima di effettuare una piastrinoaferesi;
  • gli anticoncezionali orali sono farmaci: è opportuno quindi informare il medico del loro utilizzo, anche se in genere non controindicano la donazione.

In genere sono sufficienti 72 ore di osservazione prima della donazione. Fanno eccezione le vaccinazioni con virus-vaccini vivi o attenuati (es. anti-febbre gialla, anti-morbillo, anti-parotite, anti-poliomielite) che richiedono 15 giorni e l’anti-rosolia (28 giorni).

Come per le trasfusioni di sangue, esiste una fase dell’infezione (fase finestra) durante la quale non è possibile evidenziare lo stato di salute del portatore con i test di laboratorio di uso comune. I virus implicati non sono solo i virus dell’epatite e dell’HIV: esiste la possibilità di trasmissione di altri virus non identificabili con i test di laboratorio oggi disponibili. Durante questa fase, di durata variabile e non sempre nota, è possibile trasmettere infezioni contratte attraverso il rapporto sessuale con soggetti a loro volta portatori di malattie virali.

Il sangue rappresenta circa il 5-7% del volume corporeo totale. In un adulto, circolano mediamente tra i 4 e i 5 litri di sangue, il cui movimento e funzionalità sono essenziali per la nostra sopravvivenza. Ogni battito cardiaco pompa il sangue attraverso il sistema circolatorio, garantendo l’apporto di ossigeno e nutrienti ai tessuti e l’eliminazione delle sostanze di scarto. Questo fluido vitale è, quindi, strettamente legato alla nostra salute e alla nostra vita, rendendo la sua donazione un gesto di grande valore per chi ne ha bisogno.

Il sangue svolge diverse funzioni vitali all’interno del nostro organismo, tra cui:

  1. Respiratoria: facilita lo scambio di ossigeno e anidride carbonica tra i polmoni e i tessuti.
  2. Nutritiva: trasporta i nutrienti essenziali a tutte le cellule del corpo.
  3. Escretrice: raccoglie i prodotti di scarto dalle cellule e li convoglia agli organi incaricati della loro eliminazione.
  4. Termoregolatrice: aiuta a mantenere la temperatura corporea costante.
  5. Regolazione dell’equilibrio idrico e acido-basico: il plasma contribuisce a mantenere l’equilibrio dei fluidi e il pH del corpo.
  6. Difensiva: trasporta globuli bianchi e anticorpi per proteggere l’organismo dalle infezioni.
  7. Coagulante: grazie all’azione delle piastrine e dei fattori plasmatici della coagulazione, il sangue contribuisce a prevenire emorragie.

Oggi, gli emocomponenti e i farmaci plasmaderivati sono essenziali per salvare vite, prolungarne la durata e migliorare la qualità della vita. Il sangue e i suoi componenti sono fondamentali in una vasta gamma di situazioni mediche, tra cui:

  • Pronto soccorso e emergenza: Il sangue è indispensabile per gestire situazioni critiche, come incidenti gravi o emergenze mediche.
  • Interventi chirurgici e trapianti: Molte operazioni chirurgiche, inclusi i trapianti di organi e di midollo osseo, richiedono trasfusioni di sangue per garantire il successo e la sicurezza del paziente.
  • Cura delle malattie oncologiche ed ematologiche: Pazienti affetti da tumori, leucemie e altre malattie del sangue necessitano regolarmente di trasfusioni per sostenere le terapie e migliorare la loro qualità di vita.
  • Anemie croniche, immunodeficienze ed emofilia: Per chi soffre di queste condizioni, il sangue e i suoi componenti sono spesso l’unico trattamento efficace.

Il bisogno di emocomponenti non si limita a situazioni di emergenza o a eventi eccezionali come disastri naturali o incidenti gravi.
Ogni giorno, il sangue è vitale per la cura di malattie gravi e croniche, tra cui tumori, leucemie, e per la gestione di trapianti di organi e tessuti.

Globuli rossi: Essenziali per trattare vari tipi di anemia, fornendo l’ossigeno necessario ai tessuti del corpo.

Piastrine: Utilizzate nella cura di malattie emorragiche, aiutano a prevenire e controllare le perdite di sangue.

Plasma: Fondamentale in situazioni in cui ci sono grandi variazioni quantitative nel corpo, come ustioni gravi, tumori epatici, o carenze nei fattori della coagulazione.

Plasmaderivati: Prodotti come il Fattore VIII e IX per l’emofilia A e B, immunoglobuline per malattie immunologiche, e albumina per patologie epatiche, sono farmaci salva-vita ottenuti dal plasma.

In Italia, il sangue e tutti i suoi componenti sono considerati un bene pubblico, protetto dalla legge. Il plasma utilizzato per la produzione di farmaci plasmaderivati proviene esclusivamente da donazioni volontarie, periodiche, responsabili, anonime e gratuite.
Questo plasma viene poi inviato a industrie farmaceutiche autorizzate per essere trasformato in medicinali essenziali, alcuni dei quali non hanno alternative terapeutiche.
L’Italia è tra i leader in Europa per la raccolta di plasma destinato alla produzione industriale di farmaci plasmaderivati.
La gestione del plasma, così come dei suoi derivati, è di proprietà pubblica.
Le Regioni italiane conferiscono il plasma raccolto dai loro servizi trasfusionali a aziende farmaceutiche autorizzate per la trasformazione industriale.
Questo processo avviene tramite contratti che configurano le aziende come fornitori di servizi, in una modalità di lavorazione per conto terzi.
Questi contratti sono considerati convenzioni per la produzione di medicinali plasmaderivati, fondamentali per la sanità pubblica.

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